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venerdì 25 maggio 2012

Tra Razzismo ed Evoluzionismo

Una cosa che ci dovrebbe accomunare a tutti gli altri popoli è la ricchezza culturale che scaturisce quando si viene a contatto gli uni con gli altri. Ma è tanto forte l'istinto animale di difendere il territorio che passa in terzo piano l'apprendere una nuova cultura. Nella società odierna questo non accettare lo straniero viene definito razzismo. Alcune volte questa parola viene utilizzata impropriamente forse prima di parlarne bisogna capirne l'origine e il significato. Sabino Acquaviva nel “La geografia della conquista” scrive "Il razzismo ha antiche origini ideologiche. La specie umana possiede nella propria memoria genetica dei meccanismi difensivi che erano indispensabili per la sopravvivenza quando le condizioni di vita erano pesanti. L'uomo, come altri mammiferi, difendeva il proprio territorio e non tollerava estranei. La difesa era quasi istintiva: lo straniero, il diverso, poteva essere un nemico, un pericolo di distruzione del proprio gruppo. Ma, come distinguere l'estraneo? Naturalmente dalla maniera di parlare, dal colore della pelle, e via dicendo. Oggi le condizioni di vita sono cambiate, ma quell'istinto anacronistico sopravvive". Quindi quello che noi chiamiamo razzismo può essere considerato un istinto, un riflesso di ciò che era all'origine dell'umanità e di ciò che sarà (questo anche a testimoniare, come Darwin diceva, la nostra discendenza dai primati). In passato però c'era un territorio non amministrato da proteggere, ma ora che senso ha? Ora c'è un altro problema quello lavorativo che porta ad rifiutare gli altri popoli perché vengono a toglierci il pane. E noi? Noi siamo costretti ad emigrare in un altro paese solo perchè loro portano alcuni vantaggi economici  allo Stato? Sì perchè pensare che la compa sia di chi immigra è sbagliatissimo la colpa è del Gorveno che invece di aumentare i posti di lavoro li taglia, ma aumenta i sui profitti le tasse e c'è chi muore di fame o per fattori ancor più gravi. Così facendo faremo la fine di quei popoli che per vari fattori sono scomparsi. Ne parla Claude Levi-Strauss nella “Razza e storia”in cui dice "Difronte l'espandersi della civiltà industriale, popoli che hanno tecnologie arretrate non sopravvivono e la loro cultura viene distrutta. E' la storia che si ripete ormai da 5 secoli e gli esempi più drammatici per crudeltà ed estensione sono i seguenti: 1) La conquista spagnola dell'America Centrale e Meridionale ha provocato la totale scomparsa delle civiltà Inca, Maya e Azteca. 2) La tratta degli schiavi negli organizzata dagli europei ha distretto molte culture africane della Costa D'Avorio l'espansione verso l'ovest delle società nord-americane ha determinato l'estinzione quasi completa di tutte le culture indiane. i Pellerossa sopravvivono oramai solo in alcune riserve degli USA e del Canada. L'estinzione di un popolo non avviene necessariamente con l'eliminazione fisica di tutti i suoi membri; l'estinzione avvine anche perchè i superstiti sono spinti ad abbandonare la cultura e le tradizioni dei padri, per integrarsi nell'ambito della cultura dominante". Con queste considerazioni possiamo dedurre che i popoli emigrati devono adattarsi, (perchè più deboli culturalmente) nel caso dell'Italia, una volta che vi è un'esponeziale aumento di immigrati si rischia l'emigrazione del popolo italiano e quindi la perdita della cultura italiana. Ma allora gli uomini, gli italiani sono razzisti? Ci risponde Giuseppe Di Rita in una intervista di Paolo Conti pubblicata sul "Corriere della Sera" del 12 Gennaio 2010 "Non direi in modo così secco... Piuttosto AFFLITTI da un ego, anzi un super-ego che li induce a sentirsi, a vedersi superiori a chiunque". Ma non  possiamo fare di tutta l'erba un fascio perchè vi è sempre una minoranza che non può, non riesce o gli viene impedito emergere. Dobbiamo rammentare che anche noi siamo emigrati alla ricerca di un lavoro e di un futuro economico che avevamo trovato chi in America, chi in Germania e forti di ciò abbiamo portato ricchezza alla nostra amata terra, l'Italia. Forse bisognerebbe ricordare al nostro caro Gorveno, che gioca sull'esasperazione degli italiani, i Princìpi Fondamentali della Costituzione della  Repubblica Italiana e i Diritti Inviolabili Dell'Uomo.

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